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La Tutela del Datore di Lavoro nei Confronti delle Responsabilità di Sicurezza dei Lavoratori con Attività all'Estero—Parte 3

Data: 1 Dicembre 2025
EU Labor, Employment, and Workplace Safety Alert
By: Ludovica Morgia, Roberto Podda, Dr. Vincenzo Nicosia, Professor Paolo Bianco

L’esperienza nel settore dell’Oil & Gas

Un esempio di riferimento per i controlli medici è rappresentato dai protocolli sanitari applicati nell’Oil & Gas Industry. Questa attività produttiva ha ulteriori ed importanti riferimenti internazionali per la tutela della salute dei lavoratori e consente la esemplificazione dell’iter di sorveglianza sanitaria che, con impegno di risorse aziendali variabile in relazione al numero dei lavoratori impiegati nelle attività all’estero, consente un’articolazione di tale attività di sorveglianza in linee di azioni e fasi organizzative.

Il Datore di Lavoro, per il tramite del Medico Competente, ha l’onere di provvedere all'attivazione della sorveglianza sanitaria e dei protocolli vaccinali.

I dipendenti sono presi in carico dal Medico Competente dell’azienda e inseriti nel programma di sorveglianza sanitaria previsto dal DLgs 81/08, con l’obiettivo di valutarne le condizioni psicofisiche e la capacità di affrontare la missione e di svolgere adeguatamente la prestazione in sicurezza. Al termine del percorso sanitario sarà espresso il giudizio di idoneità alla mansione specifica svolta all’estero, come previsto dal Testo Unico Sicurezza.

Da un punto di vista metodologico, l’intervento di sorveglianza sanitaria si articola in tre fasi operative: 1) fase precedente la partenza 2) fase che copre l’arco del soggiorno all’estero 3) fase successiva al rientro dalla missione.

La fase operativa sanitaria rilevante è quella prima della partenza del lavoratore, che include il delicato accertamento della idoneità al lavoro in condizioni diverse rispetto a quello del Paese di origine.

Il Medico Competente deve stabilire, in concerto con le Funzioni aziendali di riferimento: 

  • Rapporti con le agenzie di sanità pubblica nazionali e internazionali (centri di vaccinazione internazionali);
  • Contatti con le rappresentanze diplomatiche dei paesi di destinazione per ottenere informazioni aggiornate sulle condizioni nelle aree in cui si svolgerà il lavoro (ad es. Viaggiare Sicuri);
  • Sistemi informatici interni per accedere a fonti aggiornate di pericoli non infettivi delle diverse aree geografiche (ad es. Pulse settimanale di ProMED).

Queste attività possono essere supportate da qualificate strutture specialistiche convenzionate, che rendono disponibili—per esempio—“schede Paese” aggiornate e altre informazioni personalizzate in rapporto alle esigenze delle singole aziende, riducendo così l’impegno delle risorse aziendali. 

Il programma di sorveglianza sanitaria prevede, inoltre, che il Medico Competente sia in condizioni di:

  • Conoscere rapidamente la destinazione;
  • Fornire un programma di assistenza sanitaria adeguato per esami clinici, test di laboratorio ed esami  strumentali mirati, vaccinazioni;
  • Fornire un programma di consulenza pre-viaggio sul Paese nel quale la risorsa deve recarsi, firmando un apposito modulo di formazione e informazione, allegarlo alla sua cartella clinica;
  • Completare il programma almeno due settimane prima della partenza.

I protocolli sanitari utilizzati per il lavoro all'estero, oltre allo standard definito dalla SIML e dalle varie linee guida internazionali (OGUK, OGP IPIECA, Norwegian Center for Maritime Medicine), possono includere modulazioni con esami aggiuntivi in relazione all'età del soggetto, alle condizioni patologiche presenti, all'eventuale elevata attività fisica (lavori in alta quota o condizioni di elevato stress termico). Particolare attenzione deve essere prestata alla valutazione degli apparati cardiovascolare, respiratorio e neuropsicologico per individuare soggetti con patologie preesistenti (cardiopatie, ipertensione, asma, diabete, allergie, epilessia, ansia, depressione) nonché soggetti vulnerabili legati a condizioni particolari e/o portatori di patologie acute o subacute.

Le altre fasi della valutazione sanitaria pre-viaggio del lavoratore sono:

  • Riconoscimento dello stato vaccinale e adeguamento delle vaccinazioni in relazione alle aree di destinazione secondo i corrispondenti schemi vaccinali. Il DLgs 81/08 prevede con l’art. 279 del titolo X (rischio biologico) la messa a disposizione di vaccini efficaci ai soggetti non immuni da parte del Datore di Lavoro;
  • Revisione della prescrizione di farmaci eventualmente assunti (per pianificare scorte adeguate, per modificare orari e dosaggi in caso di fusi orari multipli). Nei Paesi in via di sviluppo, la contraffazione dei farmaci è diffusa e spesso il principio attivo è completamente assente;
  • Eventuale prescrizione, comprese le modalità di trasporto, di farmaci per prevenire e/o curare disturbi specifici (come cinetosi e/o sindrome da altitudine, disturbi da raffreddamento, diarrea del viaggiatore, ecc.) per supportare situazioni cliniche in assenza di un medico di riferimento nel Paese in cui si svolgerà l’attività lavorativa;
  • Predisporre eventuale profilassi antimalarica e il repellente cutaneo più adatto per la prevenzione delle punture di insetto;
  • Educazione sanitaria e informazione sui comportamenti e le precauzioni per prevenire le frequenti malattie da viaggio. Le reti informatiche aziendali sono supporti importanti per mettere a disposizione dei lavoratori informazioni sanitarie e precauzioni comportamentali in relazione alle diverse aree geografiche di destinazione.

Durante il soggiorno all’estero, in caso di malore/infortunio del dipendente in missione, è necessario aver predisposto un piano di assistenza sanitaria con accessi a strutture mediche locali con standard accettabili, che preveda anche la possibilità di evacuazione sanitaria verso il Paese di provenienza o verso altro Paese con adeguato standard. Queste misure possono essere acquisite anche attraverso partners professionali qualificati e convenzionati.

La terza fase della sorveglianza sanitaria, da attivare al rientro dal viaggio, differenzia il percorso per lavoratori asintomatici e sintomatici.

Nei primi, il controllo è di tipo clinico generale e si basa su eventuali comportamenti a rischio durante il soggiorno, fatte salve eventuali problematiche sanitarie che possono essere ancora in incubazione, soprattutto per soggiorni brevi e di breve durata (<1 mese).

Nei lavoratori sintomatici, gli approfondimenti diagnostici dopo l'accurata anamnesi saranno guidati dai sintomi e segni clinici predominanti (febbre, diarrea, cefalea intensa, splenomegalia, ittero, ecc.) con successivo avvio in strutture specialistiche appositamente convenzionate.

Quali orientamenti fornire alle aziende con dipendenti che operano all’estero

Per le aziende con personale all'estero la sicurezza dei lavoratori in mobilità internazionale è un onere inderogabile. L’adeguamento allo stringente perimetro normativo è attuabile seguendo le indicazioni applicative previste dalle Linee guida della SIML, che recepiscono i principi della norma ISO 31030.

L’implementazione di un piano di Travel Risk Management (TRM) guida l’azienda nell’inserimento nella sua organizzazione degli strumenti per affrontare le possibili criticità del viaggio internazionale.

Le numerose variabili dei rischi che condizionano l’attività lavorativa all’estero possono essere affrontate con il TRM. onde garantire la sicurezza e la tutela dei dipendenti. Il piano prevede opportuni adattamenti alle diversificate realtà produttive (piccole, medie e grandi) e consente la standardizzazione delle procedure di prevenzione.

Il Datore di Lavoro, con il supporto del Medico Competente, del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e delle Funzioni aziendali di riferimento, può determinare processi di conformità avvalendosi anche di partners professionali esperti in Travel Risk Management.

La responsabilità datoriale è tutelata da procedure aziendali codificate coerenti con il quadro normativo nazionale e internazionale, con le Linee guida SIML, con la norma ISO 31030.

La documentazione e la tracciabilità delle attività di prevenzione -  valutazione del rischio effettuata, sorveglianza sanitaria applicata con idoneità per il lavoro all’estero e vaccinazioni, formazione e informazione erogata - consentono di dimostrare l'adempimento degli obblighi normativi nel caso di eventi avversi (infortuni, malattie, altri eventi critici). 

Con queste modalità applicative, il Datore di Lavoro supera il concetto di responsabilità e si rappresenta come tutore del benessere dei propri dipendenti. La sua capacità di gestire i rischi, di adottare misure preventive e di garantire un'assistenza adeguata si traduce in un incremento valoriale di reputazione aziendale e costruisce in azienda un importante pilastro di continuità operativa.

  • Norma ISO 31030:2021;
  • Linea Guida Società Italiana di Medicina del Lavoro “Documento di Orientamento Professionale per il Medico Competente: aspetti pratico – gestionali del lavoratore all’ estero”- 2024;
  • Atti Convegno 86° Congresso Nazionale di Medicina del Lavoro – Pisa 2024, Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia (GIMLE) 253-254.
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